Brownie Cheesecake

Brownie cheesecake perché oggi tanto per cambiare, piove! In questi giorni, il tempo è bruttissimo! Piove, piove, piove. Per fortuna qui non ha fatto danni.

Quindi con questo tempo brutto, mia figlia Margherita, non esce, in casa si annoia e sforna dolci. Naturalmente sforna dolci che trova nel web, perché per lei esistono solo i dolci al cioccolato e adora i dolci americani. Però effettivamente mi sembra che faccia un buon lavoro, perciò li pubblico!

La ricetta di questo Brownie Cheesecake, proviene dal blog Dolcissima Stefy e Margherita l’ha rifatta esattamente come da ricetta.

Dopo l’assaggio, io raddoppierei la quantità di crema cheesecake, perché trovo la base brownie troppo dolce. La crema smorza molto questo dolce eccessivo un po’ all’americana. Oppure si potrebbe ridurre drasticamente la dose di zucchero nella base brownie. Naturalmente queste sono mie riflessioni, perché il dolce è stato finito in un lampo, quindi sicuramente è piaciuto!

Rispetto ai brownie tradizionali, è molto morbido come consistenza. Non è molto adatto da mangiare con le mani, meglio servirlo con piattino e forchetta, ma si scioglie in bocca!

Comunque Margherita, munita di Tupperwere e forchettina, l’ha portato a scuola lo stesso per mangiarselo nell’intervallo. Volere è potere!

Le origini dei Brownie

Sulle origini dei brownie ci sono diverse leggende. Le più classiche lo attribuiscono alla sbadataggine di cuochi, colpevoli di aver aggiunto troppo cioccolato all’impasto. Oppure di aver dimenticato il lievito. O alla capacità di casalinghe di creare un dolce strepitoso dopo aver realizzato di non avere tutti gli ingredienti necessari.

In realtà la teoria più accreditata sulle origini dei brownie li collega alla signora Berta Palmer di Chicago alla fine del 1800. La Signora Palmer era una donna d’affari e filantropa americana. Moglie del proprietario del Palmer House Hotel, nonché presidentessa del Board of Lady Manager della World’s Columbian Exposition.

Nel 1893, animata dal desiderio di trovare un dolce che fosse goloso come una torta ma abbastanza piccolo da stare dentro un lunch box. E che fosse abbastanza comodo da poter essere mangiato senza sporcarsi e senza sbriciolare, diede indicazioni allo chef dell’hotel del marito. Il risultato finale fu il primo brownie, chiamato Palmer House Brownie.

Questa prima versione era molto diversa dai brownie di oggi, perché l’impasto era arricchito da noci e la superficie era ricoperta da una glassa all’albicocca.

il nome

Il nome brownie associato a questo tipo di preparazione, che rievoca il colore scuro, brown, dovuto alla presenza del cioccolato nell’impasto, non fu usato subito nei ricettari dell’epoca. Compare per la prima volta nel 1896, all’interno del Boston Cooking-School Cook Book di Fannie Farmer, ma per indicare delle tortine di melassa monoporzione.

Bisognerà aspettare il 1904 per vedere pubblicate le prime ricette di brownie al cioccolato su importanti ricettari americani. In tutte queste ricette si spiega come realizzare una torta bassa non lievitata da tagliare a quadretti. Praticamente una classica torta al cioccolato, più che un brownie.

La svolta si ha solo nel 1907, grazie a Maria Willet Howard. Nella ricetta presente nel suo Lowney’s Cook Book pubblicato a Boston, propone l’aggiunta di una maggiore quantità di cioccolato e di uova. Ottiene come risultato un brownie più ricco e simile a quello odierno. Questo verrà chiamato con il nome di Bangor Brownie, dalla città di Bangor nel Maine, di cui era originaria la casalinga artefice della ricetta originale.

Se vi è piaciuta questa ricetta, provate anche i brownie classici, sono favolosi!