Sbagliando …
Il bonet nocciole e cacao per il Calendario del cibo italiano, nasce da un clamoroso errore. Avevo ospiti a cena ed ho deciso di fare il bonet perché è un dolce facile, non ti incasina tutta la cucina, si prepara in anticipo, ed è buonissimo. Per cui mi metto all’opera con le due ricette must: quella alle nocciole o quella classica al cacao. Vi sarete già immaginati ciò che è successo: guardando le ricette e cercando di decidere quale mi piaceva di più (mission impossible), ho fatto un involontario mix. Il risultato è stato talmente buono, che poi l’ho rifatto più volte in questa terza versione, che pubblico oggi per la giornata del Bonet del Calendario del cibo Italiano.
Un mix delle 2 versioni tradizionali
Tradizionalmente, ci sono due varianti di questo dolce: una bianca, detta “alla Monferrina”, più antica e meno conosciuta, che non contiene cacao ma solo latte, zucchero, uova ed amaretti. L’altra versione invece, detta “sabauda”, giunta successivamente con l’ingresso in Piemonte dei nuovi ingredienti dalle colonie sudamericane come il cacao ed il rum, che è diventata famosissima.
Anche Giovanni Vialardi (cuoco della casa reale di Savoia) nel suo “Trattato di cucina, Pasticceria moderna, Credenza e relativa Confettureria” descrive due versioni del Bonet. Una la “crema al bagno di Maria alle nocciuole” e l’altra “crema rappresa al bagno di Maria al cioccolato“.
Il Bonet
Il Bonet (si pronuncia bunèt, perché il nome è in lingua piemontese) è un dolce tipico delle Langhe. Fa parte della grande famiglia dei budini e dei crème caramel ed ha origini molto antiche. Lo troviamo già nei racconti dei banchetti nel XIII secolo.
Bonet, significa cappello e sul perché del nome esistono varie ipotesi. Pare che “cappello da cuoco“, fosse il nome dato allo stampo dove tradizionalmente veniva preparato. Una versione diversa è invece quella che si chiama così perché era servito a fine di lauti pasti, ed era come mettersi l’ultimo indumento, appunto il cappello, prima di uscire di casa.
Il bonet nocciole e cacao per il Calendario del cibo italiano è un piatto piemontese che amo moltissimo. Se vi piace la cucina piemontese, provate i tajarin con il tartufo bianco d’Alba o il risotto con Castelmagno, topinambur e tartufo bianco d’Alba.
Bonet nocciole e cacao
Ingredienti
Per il bonet
- 250 g di latte
- 3 uova medie
- 60 g di zucchero
- 20 g di amaretti
- 50 g di nocciole Tonda Gentile delle Langhe
- 2 cucchiai di caffè
- 20 g di cacao
Per il caramello
- 100 g di zucchero
- 25 g di acqua
Per decorare
- q.b. di caramello liquido
- q.b. di rum
- q.b. di caffè ristretto
Istruzioni
Per il caramello
- In una casseruola, far cuocere a fiamma bassa lo zucchero con l'acqua fino a renderlo caramello bruno, senza mescolarlo. Colare il caramello nello stampo da budino o in 6 stampini monodose e lasciarlo solidificare.
Per il bonet
- Portare il latte all'ebollizione, dopo di che spegnerlo e lasciarlo intiepidire. Intanto passare al mixer gli amaretti per ridurli in polvere finissima e trasferirli in una ciotola. Frullare le nocciole con lo zucchero fino a ridurle in farina, facendo attenzione a non scaldarle, per evitare che rilascino l'olio. Unire le nocciole agli amaretti e al cacao, poi sbattere a parte le uova ed aggiungerle alle polveri, mescolando tutto con la frusta senza incorporare aria. Aggiungere quindi il latte caldo piano piano, il caffè, mescolare bene e versare poi il composto negli stampini precedentemente rivestiti di caramello.
- Cuocere in forno a bagno maria per 30 minuti, (forno preriscaldato a 180°) se si tratta di stampini monodose altrimenti per lo stampo intero 40 minuti. Trascorso questo tempo controllare la cottura con la lama di un coltello, che deve risultare asciutta quando il dolce è pronto.
Per servire
- A cottura ultimata togliere il bonet dal bagno maria e farlo raffreddare a temperatura ambiente. Trasferirlo poi in frigo per 2/3 ore. Prima di servirlo, sformare il dolce su un piatto da portata ed accompagnarlo a piacere con un goccio di rum, con del caffè ristretto e caramello liquido.
Spesso le ricette migliori nascono così! 😀
delizioso!
Fabio
D'altronde la tarte tatin com'è nata??? Te lo copierò!
perche' mi sento meno sola? perche'? 🙂
copio pure io!
Sono io l'unica che quando pasticcia un po' fa delle tavanate da incubo? Piango, perchè il tuo errore è goduriosissimo.
Certo Fabio, ma ci vuole anche la classica botta di … ed io questa volta l'ho avuta! Un abbraccio e te e alla maga della cucina!
Sì effettivamente!!! Ma come dicevo a Fabio, oltre all'errore ci vuole la botta di … ed io l'ho avuta!!! Comunque Giorgia, vale davvero la pena di rifarlo perchè è strabuono.
Ale, mi fai morire! Ah! Ah! Ah! Copiate gente copiate, vi leccherete i baffi!
Tranquilla! Ho raccontato questa, perchè una volta tanto, un errore ha fatto uscire una cosa buona! Ma mica vi racconto di quando faccio casini e butto via tutto!!! Eh!
Ciao! Può andare bene uno stampo in silicone?
In realtà potrebbe andare bene, ma lo stampo di silicone è più scivoloso e spesso è difficile farci restare attaccato il caramello. Magari fai una prova