Un po’ gnocchi, un po’ pizzoccheri per l’MTC n°59

Per questo MTC, con argomento gnocchi, proposto da Annarita Rossi del blog Il Bosco di Alici, ho fatto un’altra ricetta: gli Gnozzoccheri, o i Pignoccheri, un po’ gnocchi e un po’ pizzoccheri.
Il nome diventa impronunciabile, ma questo connubio è talmente buono, che si può sorvolare.
L’idea mi è venuta sabato scorso quando sono andata alla finale del Primo Master dell’MTC a Milano. Dopo la manifestazione ho cenato nel ristorante di una mia cara amica. Il locale si chiama Sciatt a Porter e fa cucina Valtellinese. Qui ho mangiato i pizzoccheri e mi è venuta l’idea. Praticamente ho usato tutti gli ingredienti dei pizzoccheri tradizionali negli gnocchi di patate, mentre per il condimento ho omesso la patata perché è già nell’impasto e non la volevo rendere predominante. L’insieme è stupendamente morbido ed avvolgente, proprio come i pizzoccheri. Ha i profumi della Valtellina e fa pensare a cime innevate, freddo ed è l’emblema del rifugio caldo ed accogliente dove fermarsi per scaldarsi e rifocillarsi dopo lo sci.
Mi ha fatto tornare indietro nel tempo, quando da bambina andavo con i miei a Livigno: spesso mangiavamo in una specie di trattoria in quota che sembrava la baita del nonno di Heidi, dove servivano le pietanze in delle scodelle di legno e portavano da bere ai bambini il latte appena munto, che mi piaceva un sacco.

Mi è restato un ricordo talmente vivo di questo posto che 30 anni dopo, l’ho cercato per portarci i miei figli e poco era cambiato: il padre aveva ceduto la gestione al figlio, erano state fatte migliorie tecnologiche, ma l’essenza era rimasta quella. I bambini hanno bevuto il latte appena munto, la bresaola era fantastica come sempre ed i pizzoccheri fatti a mano.
Quando ho messo in tavola questi gnocchi, mia figlia ha detto: “Perché non andiamo più a Livigno?” La mia risposta lievemente caustica:”Da quando in qua, vuoi venire in vacanza con noi?”
Perché i signorini (18 e 21 anni) ormai da tempo, preferiscono andare in vacanza con amici e fidanzatini. “A volte ho voglia di fare le cose che facevo da piccola …” ha replicato lei.
Queste affermazioni mi fanno venire una terribile nostalgia dei tempi, in cui erano i miei cuccioli biondi e se non cambio subito discorso mi scende la lacrimuccia, mi si pianta in gola un groppo tipo “Ovo sodo” di Virzì e va pure a finire che questi stupendi, morbidissimi gnocchi, mi vanno di traverso.
Però questo piatto mi ha dato una grande soddisfazione: essere riuscita, dalla Toscana, a 27 gradi, con un sole stupendo di fine estate, a trasportare tutta la famiglia per un attimo in Valtellina sulle piste da sci: non era facile!

Ingredienti per 4 persone:

per gli gnocchi

  • 700 g  di patate rosse a pasta gialla del Mugello, varietà Kuroda
  • 50 g di farina di grano saraceno biologica e senza glutine
  • 160 g di farina 00

per il condimento
  • 200 g di burro
  • 250 g Valtellina Casera Dop
  • 150 g di Parmigiano Reggiano
  • 200 g di verza
  • 1 spicchio d’aglio
  • pepe macinato al momento

Preparazione

per gli gnocchi

Scegliere patate più o meno della stessa pezzatura, per garantirsi una cottura uniforme. Lavarle bene e metterle a cuocere con la buccia, in una casseruola ad acqua fredda. Quando cominciano a bollire, calcolare 30/40 minuti e saranno pronte.
Sbucciarle ancora calde, per facilitare l’operazione di pelatura e poi schiacciarle con lo schiacciapatate per un impasto più rustico o con il passa verdura a disco fine per un impasto più raffinato. Unire le farine almeno in 3 volte per valutare se occorre tutta quella prevista: questo dipende dalle patate, dalla loro cottura dalla farina ecc. Questo sistema consente di non eccedere e mantenere l’impasto morbidissimo.

per il condimento


Cuocere la verza a pezzettini in una pentola di acqua bollente dove poi cuoceremo gli gnocchi. Far bollire la verza una decina di minuti. Tagliare il Casera a pezzettini e grattugiare il Parmigiano. Intanto profumare il burro con lo spicchio d’aglio in una padella. 
Cuocere gli gnocchi in abbondante acqua salata, pochi alla volta e scolarli con la schiumarola non appena vengono a galla. Adagiarli in una piatto di portata o in un vassoio a strati, verza, gnocchi, burro profumato, Casera, parmigiano e poi di nuovo verza, gnocchi, burro, Casera, parmigiano, fino a terminare gli ingredienti. Servire con una macinata di pepe nero, come nella migliore tradizione Valtellinese.






Con questa ricetta partecipo all’MTC n°59


4 commenti su “Un po’ gnocchi, un po’ pizzoccheri per l’MTC n°59”

  1. i più bei pignoccheri o gnozzoccheri che ho visto a questa tornata emmeticina…la farina di grano saraceno e i riferimenti ai pizzoccheri sono stati molto gettonati, ci avevo pensato anch'io ma poi ho cambiato idea.
    Brava Sabri, bellissime anche le foto!

  2. Architettando in cucina

    Una ci prova a fare le cose originali, ma mica sempre la ciambella viene con il buco!!! Stamani guardavo un po' di post e mi sono resa conto che la suggestione valtellinese ha influenzato molti piatti!!!

  3. Questi gnocchi hanno già avuto un premio, quello di voler far tornare tua figlia in vacanza con te. Non credevo avessi figli così grandi, sei tu una bimba. Gli ingredienti dei pizzoccheri mi piacciono tanto e averli riprodotti negli gnocchi mi sembra una bella idea. Soprattutto per aver omesso la patata nel condimento. Brava e torna in Valtellina dai.

  4. Architettando in cucina

    Sembro giovane, ma in realtà sono una vecchietta!!! E poi i figli crescono così velocemente che neanche te ne accorgi. Ti distrai un attimo e già sono adulti. Grazie per i complimenti!

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